9°: L'invocazione da dire dopo aver terminato il
lavaggio di
purificazione (ūdū')
13-(1) ((أَشْهَدُ أَنْ لاَ إِلَهَ إِلاَّ
اللَّهُ وَحْدَهُ لاَ شَرِيكَ لَهُ وَأَشْهَدُ أَنَّ مُحَمَّداً عَبْدُهُ وَرَسُولُهُ..))([1]).
Ash-hadu 'an lā 'ilāha 'illa-Allah
ūahdahu lā sharīka lahu ūa ash-hadu
'anna Muhammadan °Abduhu ūa Rasūluhu.
Testimonio* che a nessuno
appartiene il diritto di essere adorato oltre ad Allah, da solo, senza alcun
socio, e testimonio che Muhammad è il Suo servo* e Messaggero.
*Testimonio: credo col
cuore pronunciando con la lingua; questo per il fatto che compiere shahādaħ (testimonianza) significa pronunciare con la
lingua di ciò che è presente nel cuore.
*Servo: Allah lo ha
descritto come Suo servo poichè egli è colui che ha meglio realizzato la
sottomissione e l'obbedienza alla volontà di Allah l'Altissimo.
14-(2) ((اللَّهُمَّ اجْعَلْنِي مِنَ التَّوَّابِينَ
وَاجْعَلْنِي مِنَ الْمُتَطَهِّرِينَ))([2]).
Allāhumma-ij°alnī mina-alttaūūābīna ūa-ij°alnī mina-almutatahhirīn.
O Allah, fai sì che io sia di quelli che ritornano spesso a Te pentiti*, e
fai sì che io sia di quelli che si puliscono e si purificano*.
*Compiere il
pentimento è obbligatorio dopo aver commesso qualsiasi peccato; se il peccato è
unicamente fra il servo e Allah l'Altissimo e non si è violato il diritto di
qualche essere umano, allora vi sono tre condizioni per la validità del
pentimento: il primo consiste nel fatto che egli abbandoni tale peccato, il
secondo prevede che egli si penta di averlo compiuto e il terzo che si carichi
della volontà di non compierlo più un'altra volta. Se venisse a mancare una
delle tre condizioni significa che non si è realizzato il pentimento. Se il
peccato è legato ad [un danno fatto ad] un uomo è ancor perggio, in questo caso
per realizzare il pentimento vi sono quattro condizioni: le tre sopracitate e in
più che esso si liberi del diritto della persona a cui ha arrecato il danno. Se
si tratta di denaro o di qualcosa paragonabile ad esso glielo deve restituire,
se invece gli deve un contrappasso allora egli deve fare in modo che il
titolare del diritto possa prenderselo oppure deve chiedergli perdono; e così
se ha sparlato di lui deve ricercare il suo perdono.
Il peccatore
deve realizzare il pentimento per tutti i peccati commessi; nel caso si
pentisse per alcuni e per altri no, allora il suo pentiemento sarà accettato
verso coloro a cui ha restituito il diritto, mentre gli rimangono i restanti a
carico. Bisogna inoltre sapere che il pentimento dev'essere assolutamente realizzato
nel limite di tempo nel quale può essere accettato, poichè se dovesse essere
effettuato dopo di esso questo non gli sarà di nessuna utilità. Il limite temporale,
dopo il quale non viene più accettato il pentimento è quando lo spirito
dell'uomo arriva in prossimità della gola [in punto di morte] e quando il sole
sorgerà da occidente.
*Essendo il
pentimento la purezza dell'intimo, dalla sporcizia dei peccati, e il ūdū' la purificazione esteriore dagli
stati di impurità che impediscono al servo di avvicinarsi ad Allah l'Altissimo
è appropriato unire fra il significato di questo Hadīth e la āāīa: إِنَّ اللَّهَ يُحِبُّ التَّوَّابِينَ وَيُحِبُّ
الْمُتَطَهِّرِينَ (in verità Allah ama coloro che si pentono e coloro
che si purificano. Al-Baqaraħ, 222).
15-(3) ((سُبْحانَكَ اللَّهُمَّ وَبِحَمْدِكَ،
أَشْهَدُ أَنْ لاَ إِلَهَ إِلاَّ أَنْتَ، أَسْتَغْفِرُكَ وَأَتوبُ إِلَيْكَ))([3]).
Subhānaka-Allāhumma ūa bihamdika, ash-hadu
an lā
'ilāha
illā
anta, astaghfiruka ūa 'atūbu 'ilaīka.
Come sei perfetto, o Allah*, con la lode che ti spetta; testimonio che a
nessuno spetta il diritto di essere adorato all’infuori di Te; chiedo il tuo
perdono e ritorno a Te pentito.
* Subhāna-Llāh: il significato è "Il
glorificare Allah affermando la sua estraneità verso di ogni cosa che non gli
si addice, come quello che gli venga attribuito un socio, un figlio, una
compagna, e ogni altro tipo di dipendenza o mancanza".
Al-Tirmidhī, 78/1, al numero 55, vedi
anche: Sahīh Al-Tirmidhī, 18/1
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